
La Pastiera Napoletana: il cuore dolce della Pasqua italiana – La ricetta
NAPOLI. Nel panorama della pasticceria italiana, pochi dolci riescono a evocare lo spirito di una festività come la pastiera napoletana fa con la Pasqua. Questo capolavoro della tradizione partenopea non è solo una ricetta, ma un vero e proprio rituale che si ripete ogni anno nelle case campane, un dolce che racchiude storie di famiglia, profumi antichi e sapori che attraversano il tempo.
Le origini della pastiera si perdono nel tempo, avvolte in leggende affascinanti. Alcuni credono che la sua creazione risalga alle sacerdotesse di Cerere, che celebravano il ritorno della primavera con un dolce a base di farina, ricotta, miele e fiori d’arancio. Altri raccontano di suor Armelina, una monaca del convento di San Gregorio Armeno, che arricchì un’antica torta di grano con fiori d’arancio, dando vita alla pastiera come la conosciamo oggi.
Quel che è certo è che la sua preparazione richiede pazienza, ma è proprio questa lentezza, questo prendersi cura, che le conferisce il valore di simbolo pasquale: un tempo di rinascita e condivisione. L’impasto di base è una friabile pasta frolla che accoglie un ripieno ricco e profumato.
Grano cotto nel latte, ricotta di pecora, uova e zucchero si uniscono a scorze d’arancia candite e all’immancabile acqua di fiori d’arancio, il vero tratto distintivo della pastiera. Il risultato è un dolce dalla consistenza cremosa, il cui profumo invade le cucine e le strade nei giorni che precedono la Pasqua.
Tradizione vuole che la pastiera venga preparata il Giovedì o il Venerdì Santo, per dare modo ai sapori di amalgamarsi e raggiungere la perfezione al momento della degustazione, solitamente la domenica di Pasqua. È un dolce che si fa attendere, ma che ripaga con ogni morso la lunga attesa.
La pastiera è anche un dolce che parla di famiglia: spesso preparata in grandi quantità, viene condivisa con parenti, amici e vicini di casa, diventando così veicolo di unione e convivialità. Ogni famiglia custodisce la propria versione, con piccole varianti tramandate di generazione in generazione, rendendo ogni pastiera unica, eppure sempre fedele all’anima della ricetta originaria.
Oggi la pastiera ha superato i confini della Campania per diventare simbolo dell’Italia dolciaria nel mondo. Nonostante le rivisitazioni moderne, resta un punto fermo nel cuore di chi ama la tradizione e i sapori autentici. Mangiarne una fetta significa fare un viaggio nel tempo, ritrovare l’aroma dell’infanzia, assaporare l’identità di un popolo che nel cibo esprime passione, memoria e cultura.
In un’epoca in cui tutto corre veloce, la pastiera napoletana ci insegna a rallentare, ad aspettare, a godere del tempo necessario per creare qualcosa di buono e duraturo. Un messaggio semplice ma potente, proprio come questo dolce che ogni primavera torna sulle tavole italiane, profumando le feste di affetto e storia.
Ecco la ricetta della pastiera napoletana. Per preparare la pastiera napoletana si inizia dalla pasta frolla, impastando farina, burro, zucchero, uova e un pizzico di sale, fino a ottenere un impasto liscio da far riposare in frigorifero. Nel frattempo si cuoce il grano precotto con latte, burro e scorza di limone fino a ottenere una crema densa.
A parte si lavora la ricotta con lo zucchero, poi si uniscono le uova, i tuorli, l’aroma di fiori d’arancio, la vaniglia e i canditi, amalgamando infine il composto di grano raffreddato. Si stende la pasta frolla in una teglia, si versa il ripieno e si decora la superficie con strisce di frolla incrociate.
La pastiera cuoce in forno a temperatura moderata per circa un’ora e mezza, finché non assume un colore dorato e un profumo intenso. Va lasciata riposare almeno un giorno prima di essere gustata, per permettere ai sapori di fondersi al meglio. Foto di Roberto DB da Pixabay.
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