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Il Primo Maggio, anche l’Italia celebra il lavoro tra memoria, diritti e nuove sfide

ROMA. Come ogni anno, il 1° maggio l’Italia si unisce al resto del mondo per celebrare la Festa del Lavoro e dei Lavoratori, una giornata dedicata alla dignità, ai diritti e al valore del lavoro. È un’occasione di riflessione e di mobilitazione collettiva, che affonda le sue radici nella storia delle lotte operaie e continua a essere profondamente attuale, in un contesto economico e sociale in continua evoluzione.

La Festa del Lavoro ha origini che risalgono alla fine del XIX secolo, quando negli Stati Uniti, nel 1886, migliaia di lavoratori scesero in piazza per rivendicare condizioni più eque e l’introduzione della giornata lavorativa di otto ore. Il movimento ebbe come apice le proteste di Chicago, culminate in episodi di violenza e repressione, noti come i moti di Haymarket.

Nel 1889, il congresso della Seconda Internazionale socialista stabilì che il 1° maggio diventasse una giornata internazionale di mobilitazione per i diritti dei lavoratori, e da allora è diventata una ricorrenza simbolo in numerosi Paesi, Italia inclusa.

In Italia, la festa del 1° maggio è celebrata ufficialmente dal 1891, anche se ha subito interruzioni, come durante il periodo fascista, quando fu sostituita con altre commemorazioni di regime. Soltanto con la fine della Seconda guerra mondiale e la nascita della Repubblica, la Festa del Lavoro è tornata ad avere pieno riconoscimento, diventando una delle ricorrenze civili più sentite dal Paese.

Il Primo Maggio è da sempre anche un giorno di piazze, cortei e concerti. A Roma, il tradizionale “Concertone” promosso da Cgil, Cisl e Uil in Piazza San Giovanni, raduna ogni anno migliaia di giovani e lavoratori, proponendo un programma di musica e testimonianze, spesso incentrato su tematiche sociali e lavorative. Oltre allo spettacolo, però, la festa resta soprattutto un momento per fare il punto sulla condizione del lavoro in Italia, sulle tutele da garantire, sulle sfide imposte dalla tecnologia e dai cambiamenti economici globali.

Negli ultimi anni, il lavoro ha assunto nuove forme: dal lavoro agile alle piattaforme digitali, dalla crescente precarietà giovanile all’invecchiamento della forza lavoro. Tutto questo ha riportato al centro del dibattito temi come il salario minimo, la sicurezza sul lavoro, la parità di genere e la conciliazione tra vita e impiego. Il Primo Maggio serve anche a dare voce a chi spesso non ha voce: i lavoratori precari, quelli sottopagati, i disoccupati e i migranti, che con fatica cercano un posto stabile nel mercato del lavoro.

La Festa del Lavoro non è dunque solo una celebrazione rituale, ma un richiamo concreto ai valori della giustizia sociale, della solidarietà e della dignità del lavoro. In un tempo in cui le diseguaglianze crescono e la fatica di vivere dignitosamente è per molti una realtà quotidiana, il 1° maggio continua a rappresentare un punto fermo nel calendario civile: un giorno per ricordare che il lavoro, quando è giusto e sicuro, è il pilastro su cui si fonda la libertà. Foto di Janno Nivergall da Pixabay.

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